Cosa è il PIL. Guida all’Indicatore del Benessere.

Cosa è il PIL e come viene utilizzato.Voglio parlarti di un argomento molto discusso in ambito macroeconomico: che cosa è il PIL. PIL è acronimo di Prodotto Interno Lordo ed è un indicatore chiamato in ballo per misurare il benessere di uno stato. Questo suo impiego, come ti mostrerò, è sempre oggetto di polemiche e di discussione. Infatti, viene contestato al PIL di non essere indicativo del benessere delle persone poiché non sempre un aumento della ricchezza generale corrisponde ad un miglioramento della qualità di vita dei singoli individui. Cercherò di fare chiarezza su questo punto oltre a parlarti della teoria.

Nello specifico, in questo articolo, vorrei iniziare dalla definizione di Prodotto Interno Lordo. Poi vorrei riportarti come viene calcolato e parlarti degli utilizzi che vengono fatti ufficialmente di questo indice. Infine concluderò riportandoti critiche ed elogi sulla sua efficacia nonché quali sono le possibili alternative.

L’obiettivo è quindi farti una panoramica generale sul PIL in modo che tu possa in futuro fare considerazioni con la tua testa. Sentirai parlare praticamente tutti i mesi di questo indicatore. Ed è tra quelli che influenzano i mercati finanziari non poco. È importante quindi che tu abbia chiaro di che cosa si tratta.

Cosa è il PIL e come nasce

Come ti ho appena detto PIL è l’acronimo di Prodotto Interno Lordo. Ma cosa significano queste tre parole? E chi ha inventato il PIL?

Il concetto di PIL è stato espresso per la prima volta dall’economista Adam Smith nell’opera La Ricchezza delle Nazioni. Smith riteneva che la ricchezza di uno stato fosse determinata dalla quantità di merci prodotte e disponibili per il consumo. Tuttavia oggi è un concetto un po’ più articolato.

Si usa la parola prodotto perché ci si riferisce al valore complessivo della produzione di beni e servizi. Il prodotto è interno poiché riguarda il valore della produzione generato all’interno di uno stato. È esclusa dal PIL l’azienda italiana che fattura all’estero. Ma è inclusa nel PIL l’azienda straniera che fattura in Italia. Infine il prodotto è lordo perché non tiene conto degli ammortamenti. Significa che il valore della produzione non è ripartito negli anni ma è incluso per intero nell’anno in cui la produzione avviene.

Detto questo, il valore complessivo della produzione può essere computato nei diversi modi che ti spiego nel prossimo paragrafo.

Come viene calcolato e da chi

Per spiegarti cosa è il PIL voglio parlarti di come viene calcolato. In Italia il PIL viene calcolato dall’ISTAT. L’istituto definisce il calcolo del PIL come « una grande addizione in cui non tutti i pezzetti sono conosciuti in maniera perfetta » (fonte). Nel tempo il calcolo è diventato sempre più preciso grazie alla crescita della quantità di dati grazie alla tecnologia.

Stando alla teoria ci sono tre metodi per calcolare il PIL.

  • Metodo della Spesa. Questo metodo prevede la somma le spese fatte dalle famiglie in beni di consumo e servizi, degli investimenti di famiglie ed imprese e delle esportazioni nette dello stato (export – import).
  • Metodo del Valore Aggiunto. È la somma del valore aggiunto della produzione durante tutti i suoi stadi. Prendiamo ad esempio il pane. Il fornaio acquista acqua a 1€ e farina a 1€ per produrlo. Lo vende a 3€ ad un rivenditore di pane. Che a sua volta lo vende a 4€ al consumatore finale. Il PIL di questo micromondo sarebbe 4€. (1+1+1+1).
  • Metodo dei Redditi. Infine si possono sommare le retribuzioni ai redditi di capitale (es. il rendimento di un deposito).

Importante notare che tutti e tre i metodi portano allo stesso risultato.

Che utilizzo ne viene fatto

Per farti capire cosa è il PIL voglio passare dalla teoria alla pratica. Perché viene calcolato? A chi e che cosa serve? Ecco come questo indicatore viene utilizzato nella maggior parte dei casi.

  • Misura la ricchezza di uno stato. Dividendo il PIL per il numero di cittadini di uno stato si ottiene il Reddito Pro Capite. Questo indicatore è utile a comparare la ricchezza tra stati dove lo stato con il reddito pro capite più alto più ricco dello stato con il reddito pro capite più basso.
  • Misura la crescita economico di uno stato. La variazione annuale del PIL indica se uno stato è economicamente in crescita o in recessione. Questo dato è molto importante perché è preso in considerazione dai grandi investitori per decidere se e quanto investire in uno stato.

Il PIL è quindi un indicatore molto importante con cui viene fatta una valutazione generale dell’economia di uno stato. Il PIL muove i mercati finanziari. Spinge i governi a fare riforme. Muove capitali verso e fuori da una economia nazionale. Devi quindi sapere cosa è il PIL se vuoi far fruttare i tuoi soldi.

Argomentazioni contro il PIL

Il PIL è al centro di dibattiti molto accesi. Gli stati basano la loro politica economica su questo indicatore che dovrebbe rappresentare benessere e ricchezza di un paese. In realtà le problematiche del ragionamento + PIL, + Benessere sono diverse.

Te ne voglio riportare alcune nella speranza che ti facciano riflettere senza la pretesa di smontare l’indicatore più utilizzato dagli stati nel mondo.

  • Disparità di ricchezza.  Il PIL e gli indicatori che ne derivano (es. reddito pro capite) non sono rappresentativi di eventuali disparità di ricchezza. Si pensi all’Italia dove il PIL potrebbe crescere, magari, grazie alle imprese del nord ma lasciando il sud in una condizione invariata di ricchezza.
  • Qualità del prodotto interno. Il PIL tiene conto anche di transazioni in controtendenza con il benessere. Ad esempio, un eccessivo aumento di inquinamento potrebbe far aumentare il prodotto interno lordo di uno stato ma non certo il benessere dei cittadini.
  • Comparazioni non del tutto esatte. Il modo con cui il PIL viene calcolato, stato per stato, rende la comparazione del prodotto tra stati differenti talvolta poco attendibile.

Mi piace la visione espressa in un articolo del Sole 24 Ore su cosa è il PIL che recita:

Per ora ci resta il Pil che, pur non coincidendo con il benessere, ne è parte.

Alternative al PIL

Le varie critiche al PIL hanno spinto le organizzazioni mondiali a cercare una alternativa valida alla misura del benessere di uno stato e la comparazione di essa tra stati. Tra le ricerche che ho fatto sono due gli indicatori che ad oggi meglio si prestano ad affiancare il PIL nella misura del benessere.

  • Indice di Sviluppo Umano (ISU o HDI). Tiene conto sia del PIL (pro capite) ma anche dell’aspettativa di vita e del livello di istruzione dei cittadini di uno stato. Dal 1993 è calcolato e utilizzato dall’ONU per valutare la qualità della vita.
  • Indice di Benessere Economico Sostenibile (ISEW). È un indice dove la somma dei redditi viene “corretta” tenendo conto di parametri quali la distribuzione del reddito, il degrado ambientale e il tempo libero. Questo indice è stato utile a calcolare il GPI altro indicatore che misura il progresso economico.

Conclusioni

Per concludere questa mia analisi su cosa è il PIL voglio esprimere la mia personale visione su utilità ed efficacia di questo indicatore. I problemi che stanno dietro al PIL sono a mio parere sia di natura politica che di natura tecnica.

Le mie sono opinioni e spero che con la lettura di questo articolo tu riesca a condividerle o meno usando la tua testa. In particolare sono tre i punti che non mi convincono sul PIL.

  1. Il PIL è un indicatore comodo per chi governa. È molto più semplice affermare che l’operato di chi governa è di successo guardando ai soldi che girano piuttosto che prendere in esame variabili più complicate e difficilmente misurabili.
  2. Crescita economica non significa benessere. Il divario tra ricchi e poveri potrebbe aumentare con conseguente aumento del PIL. Inoltre maggiore guadagno non significa stare meglio. Potrebbero aumentare i redditi del 5% con cittadini che lavorano in media 12 ore invece che 8. Secondo te è benessere?
  3. Le alternative al PIL sono ad oggi utopia. Cambiare un indicatore come il PIL significa cambiare il punto di riferimento economico per politica, mercati finanziari, governi, analisti, organizzazioni mondiali, eccetera. Pensi che sia una cosa facile?

Spero che questi tre punti ti aiutino quantomeno a leggere il dato sul PIL con una mentalità diversa.

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