Cosa è l’Inflazione e Perché è Importante

Cosa è l'inflazione e perché è importanteL’inflazione è un argomento caldo di questo 2017 ed è stata una parola chiave importante, in Europa, fin dall’inizio del Quantitave Easing della BCE. Per questo ho deciso di scrivere un articolo su cosa è l’inflazione.

Lungi dall’essere un esperto di macroeconomia vorrei darti, prima di tutto, una definizione di inflazione adatta a noi comuni mortali. In seguito vorrei mostrarti quali sono i motivi principali per cui l’inflazione sale o scende. Infine vorrei provare a spiegarti perché e come questa incida sui tuoi risparmi anche solo se li tieni fermi nel conto corrente.

Per concludere, anche come studio personale, ti presenterò una riflessione sulla domanda del secolo: l’inflazione è un bene o un male per i consumatori? E allora iniziamo il viaggio. 🙂

Cosa è l’inflazione per i comuni mortali

Per capire cosa è l’inflazione e tutte le sue implicazioni partiamo dalla definizione che riporto dall’enciclopedia Treccani.

Aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi o anche diminuzione progressiva del potere d’acquisto (cioè del valore) della moneta.

Vediamo ora di analizzare in dettaglio questa frase per capire meglio.

Si parla di aumento progressivo ovvero quando l’aumento dei prezzi si protrae per un tempo più o meno lungo. Si ha quindi inflazione quando l’aumento è stabile e controllato. Quando invece i prezzi diminuiscono si parla di deflazione.

Questo aumento è relativo al livello medio generale dei prezzi. Questo significa che l’aumento dei prezzi non si riferisce a una o più categorie merceologiche (es. alimentari ed energia) ma alla media di tutti i prezzi.

Infine l’inflazione può essere definita anche come diminuzione progressiva del potere d’acquisto (cioè del valore) della moneta. Se tu hai 1.000 euro e i prezzi, in generale, aumentano tu con quelle 1.000 euro potrai acquistare meno beni e servizi. Di conseguenza si riduce il potere d’acquisto – e quindi il valore – della moneta.

Questo, come vedrai in seguito, è molto importante per valutare i propri investimenti.

Perché i prezzi aumentano

Ma perché i prezzi dovrebbero aumentare? È una decisione presa a tavolino da chi comanda il mondo? Come avviene un aumento generale dei prezzi e come viene misurato? Vediamo di rispondere a tutte queste domande.

Cosa è l’inflazione da eccesso di domanda

I prezzi possono aumentare per eccesso di domanda globale. Si ha inflazione per eccesso di domanda quando la domanda supera l’offerta.

Esempio chiarificatore. Tutti gli italiani si possono permettere di comprare pane e ne comprano in gran quantità. Quantità tale da far si che tutti i panettieri facciano pane al massimo delle loro possibilità e non rimangano più scorte. Che cosa farà il panettiere che non può produrre di più? Aumenterà i prezzi finché la produzione non tornerà a soddisfare a pieno la domanda.

L’inflazione da eccesso di domanda è parte della teoria keynesiana, dall’economista John Maynard Keynes.

Cosa è l’inflazione da costi

I prezzi possono aumentare anche per un aumento dei costi della produzione. Se, ad esempio, aumenta il costo delle materie prime o del lavoro (aumento dei salari) si crea inflazione perché alle imprese costa di più produrre e quindi dovranno alzare i prezzi di vendita per mantenere i guadagni.

Ancora un esempio con il nostro panettiere. Per fare il pane ci vuole la farina che deriva dal grano. Se il prezzo del grano aumenta è chiaro che aumenterà quello della farina e di conseguenza, il panettiere, dovrà far aumentare il prezzo a cui vende il pane.

Ma perché dovrebbe aumentare il prezzo del grano? Perché magari il meteo in un dato periodo non è stato favorevole e di tale materia prima ne è stata prodotta meno (scarsità).

Cosa è l’inflazione da eccesso di moneta

Un altro fenomeno che provoca un aumento dei prezzi è l’espansione monetaria. Più moneta viene stampata, più moneta c’è in giro maggiore sarà l’inflazione. Questo perché le persone avranno più soldi in tasca e saranno propense a spendere di più facendo aumentare la domanda e di conseguenza il prezzo di beni e servizi.

Torniamo, per l’ultima volta, dal nostro panettiere. Lui produce 10kg di pane al giorno ed ha mediamente 10 clienti. Se da domani i clienti sono 20 perché ci sono più soldi in giro il nostro panettiere aumenterà il prezzo del pane.

Questo è lo scopo del Quantitative Easing ovvero generare inflazione tramite l’immissione nel sistema di moneta.

Come viene misurata l’inflazione

L’inflazione, in Italia, viene calcolata dall’ISTAT come differenza percentuale tra i prezzi di beni e servizi consumati dalle famiglie italiane. In particolare, quando si parla di inflazione, si fa riferimento alla differenza percentuale annuale dell’indice dei prezzi al consumo.

Quando sentiamo dire, ad esempio, l’inflazione è al 2% (senza ulteriori dettagli) significa che l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 2% rispetto all’anno precedente. Il dato, solitamente, viene comunicato insieme anche alla differenza sul mese precedente.

Talvolta si fa anche riferimento alla cosidetta inflazione core ovvero quella calcolata senza tenere conto dei prezzi di energia, beni alimentari e tabacchi. Questi settori presentano una volatilità del prezzo più elevata e possono essere fuorvianti nella valutazione della dinamica generale dei prezzi.

Inflazione e risparmi

Perché parlare di inflazione su RisparmiAbili? Perché se l’inflazione fa diminuire il potere d’acquisto di una moneta devi assolutamente tenerne di conto per i tuoi risparmi.

Facciamo un esempio concreto. Ti ho già parlato diverse volte del tasso di rendimento netto che la mia banca mi offre su un conto di deposito libero: lo 0,55%. Poniamo che abbia depositato il primo gennaio del 2000 una somma di 1.000 €. Ecco che cosa sarebbe successo in termini di valore del denaro.

Fonte dati: tradingeconomics.com
Anno Inflazione Capitale + Interessi Pareggio potere d’acquisto
2000 +2,2% 1.000,00 € 1.000,00 €
2001 +2,4% 1.005,50 € 1.022,00 €
2002 +2,3% 1.011,03 € 1.046,53 €
2003 +2,1% 1.016,59 € 1.070,60 €
2004 +2,2% 1.022,18 € 1.093,08 €
2005 +2,2% 1.027,80 € 1.117,13 €
2006 +2,2% 1.033,46 € 1.141,71 €
2007 +2,1% 1.039,14 € 1.166,82 €
2008 +3,3% 1.044,86 € 1.191,33 €
2009 +0,3% 1.050,60 € 1.230,64 €
2010 +1,6% 1.056,38 € 1.234,33 €
2011 +2,7% 1.062,19 € 1.254,08 €
2012 +2,5% 1.068,03 € 1.287,94 €
2013 +1,3% 1.073,91 € 1.320,14 €
2014 +0,4% 1.079,81 € 1.337,30 €
2015 +0,0% 1.085,75 € 1.342,65 €
2016 -0,1% 1.091,72 € 1.342,65 €

Bene. Qual’è il punto? Che se avevi depositato quei soldi nel 2000, oggi, guardando capitale + interessi concluderesti di aver guadagnato 1.091,72 – 1.000 = 91,72 €. Se tieni conto dell’inflazione hai invece perso 1.342,65 – 1.091,72 = 250,93 € ovvero un quarto del potere d’acquisto!

Ecco la lezione che un risparmiatore deve imparare. La prima cosa da imparare a fare per gestire i soldi è battere l’inflazione.

Conclusioni

La panoramica su cosa è l’inflazione giunge al termine. 🙂

Capire se l’inflazione sia un fenomeno positivo o negativo per noi piccoli risparmiatori non è facile. Il dibattito nella comunità economica è ampio e si svolge da tempo. In generale possiamo dire che i creditori sono svantaggiati e i debitori sono avvantaggiati da un’alta inflazione.

Sappi che le banche centrali mondiali, in particolare FED e BCE, hanno come obiettivo quello di mantenere l’inflazione al 2%. Percentuale che oggi è considerata il punto d’equilibrio.

A mio avviso l’inflazione è un fenomeno con cui bisogna saper convivere. Gli uomini più ricchi del mondo e i grandi investitori non perdono il loro patrimonio per effetto dell’inflazione. Da risparmiatori basta imparare come gestirlo. 😉

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