Fondo Interbancario Tutela Depositi: Sicurezza o Bufala?

Come funziona il fondo interbancario tutela depositi.Se parli con qualcuno di conti correnti o di conti deposito è molto probabile che tu senta una affermazione tipo « sono strumenti sicuri se coperti dal fondo interbancario tutela depositi ». A me questa affermazione è sempre sembrata un po’ troppo generalista ed ottimistica. Generalista perché non ho mai creduto potesse esistere una qualsiasi entità in grado di coprire sicuramente tutta la liquidità dei risparmiatori di uno stato intero. Ottimistica perché trovo improbabile che un qualsiasi posto dove si mettono i soldi possa rivelarsi sicuro. Nemmeno il materasso!

Fatta questa premessa ho ritenuto doveroso approfondire cosa fosse questo fondo (chiamato anche FITD), quanta copertura potesse effettivamente garantire, a quali condizioni la garantisce e con quali modalità. Della serie, se un giorno ne dovessi avere bisogno, come lo capisco? A chi mi rivolgo?

Ecco che oggi mi rendo conto di avere in mano il materiale per un bell’articolo da condividere con te lettore di RisparmiAbili. Nelle prossime righe troverai tutte le informazioni necessarie a capire cos’è il FITD, se è sicuro o è una bufala, e quali sono i meccanismi che stanno alla base del suo funzionamento. Questo è decisamente un argomento di cultura finanziaria che è necessario conoscere prima di fare qualsiasi cosa con i propri i soldi.

Che cosa è il fondo interbancario tutela depositi

Il fondo interbancario tutela depositi non è un ente pubblico o un qualcosa creato dallo stato. È un consorzio privato. Per farla semplice non è altro che un’aggregazione di banche nata con l’obiettivo di aiutarsi a vicenda. Al consorzio, inizialmente, i vari istituti potevano aggregarsi facoltativamente. Attualmente, invece, l’aggregazione è obbligatoria alle condizioni che ti riporto sotto.

  1. La banca deve avere una denominazione societaria di Società per Azioni.
  2. L’istituto non deve rientrare nella categoria del credito cooperativo per la quale esiste un fondo dedicato diverso.
  3. È obbligatorio per le banche con sede in Italia.
  4. Per le banche con sede all’estero è facoltativo ma obbligatorio qualora non aderiscano ad un fondo analogo nel paese di appartenenza.

Tutte le banche italiane o operanti in Italia hanno quindi l’obbligo di aderire e, di conseguenza, hanno la possibilità di essere aiutate dal fondo in caso di bisogno. Se una banca ha bisogno di soldi e non riesce a reperirli con il debito può rivolgersi alle altre banche del consorzio per essere aiutata. Ti spiegherò a breve con quali limitazioni.

L’obbligatorietà di adesione è riconosciuta grazie alla direttiva 2014/49/UE quindi dal decreto legislativo n. 30 del 15 febbraio 2016. In sostanza è un qualcosa di imposto dall’Unione Europea e recepito dall’Italia. Non si tratta quindi di una promessa tra banche. Ma il fondo è legalmente riconosciuto da Italia ed Europa. Sulla carta è una cosa seria. 😉

Da dove arrivano i soldi

A questo punto la domanda sorge spontanea. Con quali modalità vengono versati i soldi nel fondo interbancario tutela depositi? Dal momento che una banca aderisce li versa? E quanti ne deve versare? Per rispondere a queste domande ci viene in aiuto lo statuto del fondo.

In sintesi ecco le modalità principali tramite le quali arrivano capitali nel FITD.

  • Contribuzioni ordinarie. Le banche aderenti devono fare un versamento ordinario il 30 settembre di ogni anno (art. 24 comma 2). L’ammontare del versamento dipende dall’ammontare dei soldi da proteggere nel fondo e dal grado di rischio che una banca consorziata ha (art. 24 comma 5). Quindi se i depositi italiani diminuiscono e il grado di rischio d’una banca aumenta questa dovrà versare meno soldi al fondo.
  • Contribuzioni straordinarie. Nel caso in cui i soldi nel fondo non siano sufficienti ad effettuare le coperture necessarie viene richiesto alle banche consorziate un contributo straordinario solitamente non superiore allo 0,5% dei depositi protetti in totale (art. 26 comma 1).
  • Investimenti fatti dal fondo. Il capitale convogliato nel fondo viene investito in attività finanziarie a basso rischio. Gli interessi ottenuti tramite queste attività vanno a contribuire alla liquidità del fondo (art. 24 comma 8).

Arrivato a questo punto devi aver chiaro un paio di concetti. Il primo, come da paragrafo precedente, è che il fondo è un organismo seriamente regolamentato. Il secondo, come questo paragrafo spiega, è che viene alimentato regolarmente dalle banche.

Rimangono da chiarire altri due concetti però. A quanto ammontano le garanzie e come queste garanzie vengono erogate in caso di bisogno.

A quanto ammontano le garanzie

Le banche consorziate versano i soldi nel fondo con l’obiettivo di proteggere i depositi dei clienti. Nel caso in cui la banca fallisca il fondo interviene per rimborsare tutti vero? Niente di più sbagliato! 🙂

L’ammontare delle garanzie del fondo interbancario tutela depositi vanno comprese da due punti di vista. Dal punto di vista dell’ammontare dei depositi protetti e da quello del cosiddetto livello-obiettivo che si prefigge di raggiungere il fondo. Ora ti spiego che significa.

  • Ammontare depositi protetti. Il fondo garantisce copertura per depositi uguali o inferiori a 100.000 € per intestatario. Se hai 90.000 euro e la banca fallisce ti rimborsano il 100% della liquidità. Con 120.000 euro, 100.000 ti vengono rimborsate e le altre 20.000 no (o in parte). Se hai un conto co-intestato la protezione è su 200.000 euro perché, appunto, il calcolo è per persona e non per conto. Per deposito/conto si intendono conti correnti, conti di deposito (liberi e vincolati), assegni circolari e certificati di deposito.
  • Livello obiettivo del FITD. Le banche aderenti al FITD non fanno versamenti ordinari all’infinito. C’è un livello obiettivo fissato dallo statuto che limita le contribuzioni. Il livello obiettivo è lo 0,80% dei depositi da proteggere. E questo livello è da raggiungere in 10 anni dalla costituzione del fondo (luglio 2024). Quindi fino al raggiungimento di tale livello le consorziate versano. Dopo no. Se, per qualche motivo, l’ammontare del fondo diminuisce, i versamenti si fanno di nuovo. E così via.

Rimane ora da sciogliere il nodo sul come vengono erogate le coperture. Dopodiché vorrei riportare un po’ di dati e dichiarazioni di esponenti del fondo per capire quanto effettivamente il FITD può garantire sicurezza ai risparmi di noi comuni mortali.

Come e quando si ottengono eventuali coperture

Stando alla relazione annuale 2016 del fondo interbancario tutela depositi servono 7 giorni lavorativi per erogare il rimborso a protezione dei depositi. In realtà questo è un dato un po’ fuorviante.

Prima di tutto è bene chiarire 7 giorni a partire da quando? Dal momento che una banca viene dichiarata insolvente inizia il procedimento di liquidazione (detta liquidazione coatta amministrativa). Dopo 7 giorni dall’inizio del provvedimento è il fondo che procedere a contattare i risparmiatore per corrispondergli l’ammontare dovuto entro il periodo.

C’è una situazione tuttavia che viene difficilmente dichiarata quando si parla di questo argomento. Capita spesso che una banca, prima di essere dichiarata insolvente, blocchi o limiti la possibilità di prelevare contanti. Questo per dire che in caso di guai i tuoi soldi potrebbero essere bloccati per più di 7 giorni.

FITD: Sicurezza o bufala?

La relazione che ti ho linkato sopra offre una serie di dati interessanti. Questi letti in corrispondenza delle dichiarazioni fatte dal presidente del fondo Maccarone (fonte) ci portano a ridimensionare la capacità del fondo interbancario tutela depositi di far fronte a quanto previsto.

Stando alla relazione 2016 le banche consorziate sono 193 a protezione di depositi che ammontano a 551,8 miliardi di euro. Il livello obiettivo sarebbe quindi a 551,8 × 0,8 ÷ 100 = 4,4 miliardi di euro. Nel corso del 2016 la contribuzione ordinaria è stata di 348,8 milioni di euro pari a circa lo 0,06% dei depositi protetti.

Come ciliegina sulla torta – per rispondere alla domanda sicurezza o bufala – ci sono le dichiarazioni del presidente del FITD che recitano:

Non credo che il nostro sistema economico e civile sia pronto… Nel caso di una banca in liquidazione non verrebbero pagati i depositanti

Lascio a te le considerazioni sul significato di questa dichiarazione anche alla luce dei dati pubblicati nella relazione 2016. Quello che però mi sento di dirti è di stare attento perché un semplice deposito non offre più le garanzie di un tempo. Ammesso che le abbia mai offerte. 😉

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