Notizie Bufala Online: Ecco Come Gudagnano i Siti di Bufale

Come guadagnano i siti che pubblicano notizie bufala onlineNegli ultimi mesi avrai sicuramente sentito discutere e criticare il mondo delle notizie bufala online. Blog, social networks, telegiornali non fanno altro che parlare di questo fenomeno che sta influenzando il modo di pensare di molti internetnauti italiani e non solo. Le notizie bufala hanno registrato una crescita esponenziale parallelamente alla diffusione del social networks. E c’è un motivo puramente commerciale del perché ciò è accaduto e lo analizzeremo in questo articolo.

Stanno anche nascendo una serie di discussioni su come i governi e le grandi web companies (es. Facebook e Google) debbano controllare questo tipo di notizie senza tuttavia andare a limitare i diritti sulla libertà d’espressione. Definire che cosa è dannoso da cosa non lo è … beh è davvero difficile. Ancora più difficile è farlo attraverso algoritmi che rischiano di censurare anche contenuti leciti.

Su RisparmiAbili tratteremo questo argomento in qualità di business online. Le notizie bufala nascono infatti per essere diffuse, portare utenti su un sito e monetizzare le visite al sito nei modi più disparati vendendo spazi pubblicitari. In sostanza sono solo un prodotto che si presta bene per diventare virale e generare grandi quantità di traffico su un sito web.

Social networks come fonte di traffico per le notizie bufala online

Il primo aspetto di cui voglio parlarti sono i social network come fonte di visitatori per i siti di notizie bufala online. Perché i gestori di questi siti scelgono proprio i social network? E perché sui social network queste notizie funzionano tanto da portare soldi ai gestori? Vediamo di rispondere a queste due domande.

I social network vengono scelti perché gran parte della popolazione li utilizza. In Italia, infatti, il 74% di coloro che navigano usano questo social network (fonte). Questo permette di raggiungere un pubblico decisamente elevato (milioni di persone) con il minimo sforzo. Lo sforzo di scrivere un articolo verosimile e che attiri l’attenzione.

Inoltre i social network sono funzionali ai siti di bufale per loro natura. Sono siti ideati per condividere contenuti, commentarli, mostrare preferenze pubblicamente. Un contenuto può diventare virale in pochi minuti e quindi acquisire una visibilità elevatissima per poi portare gente su un sito web dove tutte quelle persone possono essere monetizzate.

Basta quindi scrivere un articolo verosimile per scatenare condivisioni, mi piace e commenti, quindi ottenere visibilità per far cliccare persone che arriveranno su un sito creato ad hoc per guadagnare. Vediamo come.

Come monetizzano i siti di bufale

Nel paragrafo precedente ti ho spiegato che, tramite i social network – Facebook in testa – vengono diffuse notizie bufala per poi portare gente su un sito. Ma una volta portata gente come si fa a guadagnare? E quanto si guadagna?

Guadagnare con un sito oggi è molto semplice. Basta mettere delle pubblicità in esso. E i modelli di pagamento sono di vario tipo. Si viene pagati in base al numero di visualizzazioni di un annuncio. Oppure, quello più comune, in base ai click ricevuti sugli annunci pubblicitari esposti sul sito. La remunerazione va da pochi centesimi ogni mille visualizzazioni o click.

Avrai capito quindi che la qualità dei contenuti e/o gli effetti della diffusione di una notizia falsa sono concetti inutili da considerare. Chi vuole fare i soldi con le notizie bufale online deve pensare solo a portare quanta più gente possibile su un sito, fare visualizzazioni e click, senza pensare a soddisfare l’utente.

Si tratta di un approccio puramente quantitativo da veri e propri squali. Si tratta di trovare un argomento, costruirci una storia esagerata sopra e diffonderla affinché una marea di persone ci credano e ci clicchino.

Che danni creano le notizie bufala online

È difficile cercare di parlare obiettivamente dei danni che le notizie bufala online possono arrecare ai lettori. Posso però mostrarti quali sono le argomentazioni a discapito di questo modello di business (se così si può chiamare) raccogliendo pareri da vari punti di vista.

  1. Alimentano l’ignoranza. Diffondere notizie bufala online significa diffondere notizie false e non vere. E ciò porta le persone a credere in fatti e informazioni che non corrispondono a realtà. Non riguarda solo fasce di popolazione meno acculturata. Riguarda tutti. Quindi è innegabile che le bufale contribuiscano a renderci meno consapevoli del mondo reale.
  2. Alimentano una visione negativa del mondo. Se hai mai letto i commenti delle persone sulle notizie bufala avrai notato che si tratta spesso di critiche al governo, di enunciazioni di complotti, di razzismo. Quei commenti sono la riprova di come la manipolazione della realtà accresca una visione del mondo negativa, conflittuale e spesso disumana.
  3. Minacciano la libertà d’espressione. Una diffusione crescente di notizie false sta portando governi, enti e persone a volere un maggiore controllo della diffusione di notizie e informazioni. Si sta cercando anche di automatizzare questo processo con algoritmi di vario tipo. Ma tutto questo operato rischia, in futuro, di bloccare anche notizie scomode o inverosimili ma non necessariamente false.

Questi effetti negativi non possono essere contrastati da rettifiche e smentite. Una bufala è molto virale ma la smentita non altrettanto.

Lavori in corso di business privati e governi

Come ultimo argomento voglio parlarti di che cosa stanno facendo le istituzioni a riguardo e che cosa gli imprenditori. C’è già chi infatti cavalca l’onda dell’anti-bufala.

Nel parlamento italiano si sta discutendo un Ddl firmato da gran parte dei gruppi parlamentari mirato a condannare le notizie bufala online promettendo multe fino a 5 mila euro e sanzioni penali che prevedono fino un anno di carcere per i casi più gravi (fonte). Il decreto conta anche di distinguere tra bufale scritte per satira e notizie false per cercare di ridurre al minimo l’effetto censura.

Dal punto di vista dei business privati abbiamo vari casi.

Ad esempio, il sito Bufale.net, si pone l’obiettivo di smascherare pubblicamente le notizie false. Curioso come il suo modello di business sia il medesimo dei siti di bufale ovvero vendere spazi pubblicitari.

Oppure c’è il motore di ricerca Hoaxy – inventato da un professore italiano negli USA – che permette di fare un controllo su parole, articoli, frasi e fare il cosiddetto fact checking.

Insomma … anche il settore dell’anti-bufala sta crescendo e colossi come Facebook e Google stanno lavorando per supportarlo evitando di diffondere ciò che è palesemente falso.

Conclusioni

Eccomi arrivato alle conclusioni. Ti ho mostrato come i social networks siano la benzina per far andare un business online sulle bufale. Ti ho spiegato che una bufala può essere facilmente monetizzare tramite la rivendita di spazi pubblicitari sul sito in cui la notizia è pubblicata. Infine ti ho elencato quali sono i danni che queste notizie fanno, danni che hanno portato i governi a prendere una posizione contraria a questo fenomeno.

Per contro, la nascita del concetto di anti-bufala, ha fatto nascere un contro-business. Chi scova bufale manualmente o tramite algoritmi ha la possibilità di monetizzare in modo analogo a chi le bufale le inventa. Ovvero con la vendita di spazi pubblicitari sul proprio sito.

Detto questo non farei mai un sito di bufale. Nel caso mi lancerei senza indugiare nel mondo dei cacciatori di bufale. Sarebbe sicuramente un modo più etico di fare business online. E anche meno faticoso perché non c’è niente da inventare. Solo da scovare, verificare, spiegare e mettere tutto in un bell’articolo. 😉

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