Crisi Economica 1929. Tra Mito e Realtà.

La storia in parole semplici della crisi economica 1929.Dopo averti parlato della crisi economica 2008 non potevo esimermi dal raccontare anche la storia della crisi economica 1929. Nota come la Grande Depressione si narra che sia stata la più grande crisi economica e finanziaria dell’umanità. Oltre che danni ai risparmiatori ha generato grossi problemi a lavoratori e cittadini del mondo industrializzato scatenando disoccupazione, fame e un certo pessimismo in tutto il mondo dell’epoca. La crisi partì dagli Stati Uniti – dove si ebbero gli effetti più pesanti – e si diffuse a macchia di leopardo in tutti i paesi industrializzati e in quelli esportatori di materie prime colpiti a loro volta da un significativo calo della produzione e dei consumi.

Nell’immaginario collettivo la Grande Depressione la vediamo con foto di persone improvvisamente impoverite, affamate che vivono in condizioni non agiate. Più o meno tutti sappiamo che crollò Wall Street (la borsa americana) e questo ebbe ripercussioni sull’economia mondiale. Qualcuno di noi forse riesce a collegare questa crisi alla catena di eventi che portò allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Ma che cosa successe in concreto? Come si arrivò al crollo della borsa ed ai conseguenti disagi economici per le persone comuni? E come alla seconda guerra mondiale? Proverò a rispondere a tutte queste domande in un linguaggio semplice per ripercorrere la storia di questo fatto significativo per l’umanità.

Scenario economico e finanziario prima della crisi

Per capire lo scoppio della crisi economica 1929 è necessario fare qualche passo indietro. Precisamente una decina d’anni prima, nel 1918, al termine della prima guerra mondiale.

Al termine del conflitto gli Stati Uniti hanno conosciuto un periodo molto prosperoso. Sono i tempi della nascita del capitalismo, i tempi di Ford e del miglioramento della produttività dell’industria, nonché del boom del settore automobilistico. Settore che si portò dietro i comparti metallurgico, gomme, petrolio, trasporti ed edile. La produttività era molto alta, gli stipendi stabili, i prezzi dei beni di consumo idem e gli investimenti abbondavano. Un ciclo positivo che pareva potesse sostenersi all’infinito.

Nonostante le automazioni introdotte nell’industria si creò anche occupazione nel settore terziario e questo dette una grande spinta alla borghesia che si ritrovava risparmi in conseguenza alla guerra ma che risparmiava anche grazie all’economia che procedeva prosperosa.

Questa abbondanza di risparmi si unì all’ottimismo che c’era nel mondo finanziario. Si parlava di aziende, di aziende in crescita, di azioni di tale aziende in crescita, di buone opportunità per investire i propri risparmi e farli crescere. Tutti volevano investire in azioni non per il valore dell’azienda ma per vedere il capitale crescere.

Lo scoppio della crisi economica 1929

C’è una sorta di leggenda che viene dalla crisi economica del 1929. E la si può raccontare in poche parole più o meno così.

Quando anche l’uomo della strada parla di investimenti in borsa, molto probabilmente i mercati sono già sull’orlo di un collasso.

Ed è più o meno così che scoppiò la crisi. Come sempre iniziata prima sui mercati finanziari e solo dopo sull’economia reale. Gli investimenti nelle industrie e relative azioni non dettero i risultati sperati. Il prezzo delle azioni cresceva ma il valore degli utili non stava al passo. In sostanza gli investimenti non stavano dando i frutti sperati.

Quando i conti non tornano inizia il panico sui mercati. E così accadde: il 24 ottobre 1929 – il famoso giovedì nero – Wall Street crollò. I titoli principali arrivarono a perdere fino al 50% del loro valore. Il martedì successivo (29 ottobre 1929), il martedì nero, i prezzi delle azioni continuarono a scendere vertiginosamente e il Dow Jones (l’indice della borsa americana) perse il 12% quel giorno.

Vediamo ora quali furono gli effetti nel breve, nel medio e nel lungo periodo

Gli effetti su finanza ed economia

Il circolo vizioso della produttività si invertì in un circolo vizioso negativo. Il crollo delle borse creò problemi alle banche che, a loro volta, crearono problemi alle imprese che, infine, crearono problemi alle persone comuni in termini di salari e posti di lavoro.

In particolare la borse iniziarono a crollare. Il ceto medio – che vi aveva investito molti risparmi sull’onda dell’ottimismo – preso dal panico iniziò a vendere titoli ed a ritirare i propri soldi dalle banche. Questo innescò una crisi di liquidità. Le banche non potevano più finanziare gli investimenti alle industrie scatenando su di esse una crisi di produttività. Un crisi di produttività significò anche diminuzione dell’occupazione (meno produzione, meno forza lavoro necessaria) e una diminuzione dei salari. Ecco come da finanziaria la crisi si trasformò in economica.

I risparmi persi in borsa e la diminuzione di occupazione e salari a loro volta accentuarono la crisi della produttività. Calarono i consumi quindi la produzione già in calo iniziò ad essere anche in eccesso.

La crisi diventò globale. Nazioni come Germania, Austria e Regno Unito erano cariche di prestiti americani. Prestiti che furono ritirati dagli Stati Uniti a causa della crisi di liquidità innescando il circolo vizioso negativo su industria, occupazione e consumi. A loro volta questi paesi tirarono dentro Italia e Francia le cui economie erano molto legate a quella tedesca e inglese.

La crisi economica 1929, le contromisure e la 2° guerra mondiale

La Grande Depressione che diventò globale, unita ad una serie di misure protezionistiche prese dai paesi di tutto il mondo, di fatto hanno condotto, lentamente, il mondo verso la 2° guerra mondiale. Dalla crisi il mondo non si è mai formalmente ripreso fino al dopoguerra.

Le contromisure non furono così efficaci infatti. Negli Stati Uniti si attuò il cosiddetto New Deal che sostanzialmente comprendeva un incremento della spesa pubblica, l’abolizione del proibizionismo e l’abolizione del rapporto 1:1 tra dollaro usa ed oro permettendo di stampare moneta alla FED. In Italia, per fronteggiare la crisi, fu costituito l’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) che sostanzialmente si occupava di convertire parte dell’industria bellica in finanziamenti e liquidità per aziende travolte dalla crisi.

Ma come siamo arrivati alla seconda guerra mondiale? La Germania già prima del 1929 era caratterizzata da una situazione economica molto precaria. Lo stato tedesco aveva infatti accumulato diversi debiti per “rigenerarsi” dalla prima guerra mondiale. Debiti che principalmente erano stati erogati dagli Stati Uniti.

La Germania fu lo stato europeo – insieme al Regno Unito – maggiormente colpito dalla Grande Depressione che seminò disoccupazione e povertà nella Repubblica di Weimar. I lavoratori e le famiglie maggiormente colpite costituirono di fatto l’elettorato del partito nazionalsocialista di Adolf Hitler. In parole povere sono coloro che hanno fatto scoccare la scintilla per la nascita del nazismo.

Dal nazismo alla 2° guerra mondiale la storia la conosciamo più o meno tutti.

Conclusioni

Questo articolo sulla crisi economica 1929 e quello su quella del 2008 mi hanno dato l’opportunità di approfondire un po’ di concetti sui fatti più rilevanti di finanza e, quindi, d’economia che hanno caratterizzato la storia dell’umanità negli ultimi due secoli. I tratti in comune su come sono avvenuti questi due crack, sugli effetti e l’impatto che hanno avuto sulla vita di tutti i giorni ci dicono molto.

Ecco quindi, per concludere, alcune “lezioni” che si possono trarre da questo tipo di avvenimenti.

  1. L’eccesso d’ottimismo e la sottovalutazione dei rischi da parte di istituzioni (es. banche), investitori e risparmiatori crea dei problemi se non trova riscontro nei conti del futuro. Nel caso della Grande Depressione si è investito tanto in aziende che poi non hanno generato i ritorni sperati.
  2. Quando si verifica una crisi di liquidità sono guai! È il segnale che gli effetti negativi presto si muoveranno dalla finanza all’economia. Durante la crisi economica 1929 la crisi di liquidità ha alimentato il caos sui mercati ma ha anche costretto le banche a ritirare finanziamenti e/o a fallire danneggiando le persone comuni e, per contro, i consumi.
  3. Crisi finanziaria ed economica si trasformano negli anni in un forte disagio sociale che può avere effetti devastanti come una guerra mondiale o anche più moderati ma egualmente dannosi come la nascita del populismo.
  4. Rimettere in sesto le cose non è facile. Per la crisi economica 1929 ci sono voluti forti misure globali, una guerra e tanti sacrifici per far riprendere l’economia. Nel 2008 nonostante le tonnellate di liquidità immesse dalle banche centrali ci sono ancora paesi che non hanno superato pienamente il disagio (vedi l’Italia).
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