Investire a Breve Termine: Edizione 2017

Come investire a breve termine (1 anno) nel 2017.In tempi di rendimenti a zero, o addirittura sotto zero, vorrei fare una analisi delle possibilità che ci sono di investire a breve termine. Questa analisi oltre a dimostrare la “drammaticità” della finanza di oggi per i piccoli risparmiatori potrebbe servirti anche come ripasso generale delle varie assets class. Sarà una occasione per fare un bel ripasso e analizzare lo scenario finanziario globale con un focus ovviamente su area euro e, ancora più in particolare, l’Italia. L’intenzione è quella di analizzare i rendimenti dei prodotti finanziari più comuni su un orizzonte temporale di 1 anno.

Partirò dai conti di deposito analizzando sia i liberi, che i semi-vincolati, che i vincolati ad 1 anno. Poi passerò ai titoli di stato italiani e quelli tedeschi. Per arrivare poi alle obbligazioni corporate. E, infine, farò anche una rassegna di azioni e relativi dividendi.

Dove possibile, oltre ai riportare i rendimenti correnti, ti mostrerò una stima dei risultati ottenibili (es. depositi e obbligazioni). Se non lo sai già ti anticipo subito che questi sono quasi tutti in negativo. E cercherò anche di spiegarti come mai. Armati quindi di pazienza e presta attenzione. 🙂

Investire a 1 anno sui conti deposito

Sull’investire a breve termine nei conti di deposito la situazione è davvero deprimente. Qualunque formula tu scelga il rendimento corrisposto è davvero irrisorio.

Dando un’occhiata al sito ConfrontaConti.it i rendimenti prospettati sui 12 mesi sono più o meno i seguenti.

  • Deposito Libero. Il miglior tasso che ho trovato è un 1,15% lordo, che diventa uno 0,85% al netto dell’imposta sulle rendite finanziarie a cui va sottratto un ulteriore 0,20% sul capitale come imposta di bollo. Investendo 5.000 euro e tenendole su per 12 mesi il rendimento è di (5.000 × 0,85 ÷ 100) – (5.000 × 0,20 ÷ 100) = 32,55 euro. Il rendimento effettivo è 32,55 ÷ 5.000 = 0,65% annuo.
  • Deposito Semi-vincolato. In questo caso il mercato offre fino all’1,60% lordo con bollo a carico della banca. Netto fa 1,18% circa. Investendo 5.000 euro il rendimento sarebbe di 5.000 × 1,18 ÷ 100 = 59,00 euro pulite pulite.
  • Deposito con vincolo a 12 mesi. La situazione si fa molto interessante sui vincolati. La migliore offerta che ho trovato è un bel 1,80% lordo (1,33% netto) + bollo. Facendo due calcoli il vincolo a 12 mesi, con un capitale di 5.000 euro, risulta meno conveniente del semi-vincolo (!!!). Infatti: (5.000 × 1,33 ÷ 100) – (5.000 × 0,20 ÷ 100) = 56,50 euro pari all’1,13% del capitale.

È incredibile la distorsione che appare da questi numeri soprattutto per lo scenario che si sviluppa confrontando semi-vincolato e vincolato data dal capitale esiguo.

Titoli di stato italiani e tedeschi

Investire a breve termine sui titoli di stato italiani o tedeschi (considerati molto sicuri) è ancora più deprimente per un piccolo risparmiatore. Per essere più chiari è una perdita sicura.

Al momento della pubblicazione di questo articolo i titoli di stato italiani a 1 anno offrono, in media, un tasso di rendimento del -0,340%. Se investi 5.000 euro te ne ritornano tra un anno 4.983 ovvero 17 euro in meno. Per raggiungere un rendimento simile ad un conto di deposito vincolato l’orizzonte di investimento, nei titoli di stato italiani, è minimo di 6-7 anni.

I titoli di stato tedeschi invece vanno ancora peggio essendo più sicuri. Il rendimento a 1 anno è del -0,665% e quindi investendoci 5.000 euro te ne tornerebbero indietro 4.966,75 ovvero 33,25 euro in meno. Nel caso dei titoli tedeschi l’orizzonte minimo per pareggiare un deposito vincolato si attesta intorno ai 20-30 anni. Si ho scritto bene: dai 20 ai 30 anni.

Il perché del rendimento negativo di questi titoli te lo spiego nel paragrafo dedicato, il penultimo di questo articolo.

Obbligazioni corporate: large caps e junk bonds

Per capire il rendimento delle obbligazioni corporate è necessario utilizzare degli indici. E per avere una stima di un rendimento ho deciso di affidarmi a degli ETF. In particolare ho scelto iShares Euro Corporate Bond Large Caps e iShares Euro Corporate Bond High Yield. Il primo titolo replica un indice composto da titoli investiment grade. Il secondo replica un indice composto da junk bonds. Entrambi si riferiscono all’area euro.

Che cosa sarebbe successo se avessi acquistato tali titoli circa un anno fa (1 luglio 2016)?

  • Large Caps. Il titolo prezzava 136,48 e ha corrisposto cedole lorde per 1,5344. Dopo 12 mesi il titolo prezzava 134,61. Facendo due calcoli (al lordo delle commissioni), investendo 5.000,00 euro e vendendo il titolo dopo un anno il capitale sarebbe stato di 4.931,49. Aggiungendo le cedole nette il rendimento sarebbe stato di 56,21 che sommato al capitale rientrato fanno 4.987,61. Una perdita di -12,29 euro che rapportato al capitale iniziale fa un –0,25%.
  • High Yield. Il titolo prezzava 104,62, ha pagato dividendi per 4,0573 e dopo 12 mesi prezzava 107,01. Al lordo delle commissioni, investendo 5.000 euro, il valore di mercato del capitale sarebbe stato 5.114,22 che sommato ai dividendi fa 5.308,13 ovvero un rendimento del +6,16%.

Se le obbligazioni corporate investiment grade ricalcano i rendimenti negativi dei titoli di stato, quelle high yield invece remunerano il rischio in modo molto interessante anche considerando che sono un investimento molto più simile alle azioni che alle obbligazioni.

Per il prossimo anno, investire a breve termine sulle obbligazioni rischia di essere altrettanto poco remunerativo visto che il QE continuerà fino a fine 2017 e per ora non ci sono intenzioni di alzare i tassi di interesse.

Azioni e dividendi

Anche per quanto riguarda le azioni è necessario affidarsi a degli indici per valutare se investire a breve termine fosse stata una buona scelta. In questo caso ho deciso di affidarmi all’ETF iShares Ftse Mib Euro Dist per il mercato italiano e iShares Stoxx Europe 600 per il mercato europeo.

Nel caso del mercato azionario italiano, l’ETF prezzava 9,97 al 01/07/2016. Un anno dopo prezzava 12,45 dopo aver corrisposto un dividendo lordo di 0,3628 euro a quota. Investendo 5.000 euro, il capitale dopo un anno sarebbe stato di 6.243,73 euro che sommati ai dividendi fanno 6.425,68 pari al +28,51%.

Anche l’europa ha dato soddisfazioni ma non come l’Italia. L’ETF sullo Stoxx 600 prezzava 33,51 per arrivare dopo un anno a 37,665, corrispondendo un dividendo di 1,6558 per quota. Investendo 5.000 euro, ti saresti ritrovato con un capitale di 5.619, 46 euro a cui aggiungere dividendi per 247,06 euro. Un rendimento pari al +17,34%.

Come puoi vedere il rischio sull’azionario è stato ampiamente remunerato. Impossibile dire dove si andrà, con certezza, nei prossimi 12 mesi per cui non è detto che l’azionario si confermi come il migliore investimento per il 2017-2018.

Perché alcuni rendimenti sono in negativo

Negli ultimi 2/3 anni la Banca Centrale Europea ha messo in atto due misure che hanno creato questa situazione atipica, i rendimenti negativi, che hanno caratterizzato l’ambito dei titoli di stato.

In primis, il tasso sui depositi è stato portato sotto lo zero. È una misura pensata per far si che le banche tengano meno liquidità presso altre banche (perché appunto costa e non rende) e quindi concedano più prestiti a persone e, soprattuto, a imprese e stati tramite acquisto di obbligazioni.

Poi, è stato messo in atto il Quantiative Easing. La BCE ha iniziato ad acquistare titoli di stato facendo quindi abbassare il rendimento degli stessi fino a portarlo sotto lo zero.

Da un lato quindi ci sono le banche che acquistano titoli di stato perché è più conveniente che tenere liquidità. Infatti il tasso sui depositi è allo -0,40% mentre un titolo di stato a un anno costa, in Italia, -0,37% ed è più economico. Dall’altro c’è la speculazione, per cui nonostante i rendimenti negativi, si comprano titoli del genere per rivenderli prima della scadenza a un prezzo più alto. Il gioco della speculazione finirà con il QE.

In questo scenario, circa un anno fa, una analisi affermava che quasi la metà dei titoli di stato dell’area euro avesse rendimento negativo (fonte).

Conclusioni su investire a breve termine

Questo articolo dovrebbe farti riflettere circa la situazione attuale su risparmio e mercati finanziari. Oltre ad essere un momento atipico al livello storico è un momento in cui risparmiare e investire è alquanto difficile.

Potresti scegliere, in modo molto difensivo, di tenere i tuoi risparmi in un conto corrente o un deposito. Ma l’inflazione, che attualmente naviga intorno all’1% ti mangerebbe quel poco rendimento nonché il capitale. Idem per le obbligazioni corporate large caps.

Diverso è il discorso di obbligazioni high yield e azioni. Queste il rendimento lo hanno offerto. Ma dopo dei rally a due cifre è difficile aspettarsi nel breve termine il ripetersi di una performance così netta.

Che fare quindi? Semplice. Non investire a breve termine e valutare gli investimenti con un orizzonte temporale più lungo. 😛

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