Tipi di Obbligazioni Finanziarie: Lista ed Analisi

I tipi di obbligazioni finanziarie disponibili sul mercatoQualche articolo fa ti ho parlato di cosa sono le obbligazioni e quali sono i principali rischi. In quella sede ti ho elencato le caratteristiche generali di tale titolo ma senza entrare nel dettaglio di quali sono i tipi di obbligazioni finanziarie scambiabili sui mercati. Quest’ultimo punto sarà l’argomento di oggi anche perché pare non sia molto chiaro per i piccoli risparmiatori. Ne sono un esempio i “fatti di cronaca” dell’ultimo anno. Infatti avrai sentito parlare di obbligazioni subordinate – vedi il caso Banca Etruria – ma anche di obbligazioni convertibili – vedi le operazioni di MPS di fine 2016.

Personalmente, nella mia ristretta esperienza, non ho ne mai ho avuto obbligazioni corporate o titoli di stato in portafoglio. Il motivo è che ho iniziato ad investire sui mercati in pieno Quantitative Easing e il rendimento di questi titoli era molto basso. Sulla breve scadenza presentavano rendimenti non allettanti o addirittura negativi. Sulla lunga scadenza ho scelto – per vari motivi – strumenti più rischiosi come gli ETF azionari con dividendo per ambire ad un rendimento maggiore.

Oggi, a maggior ragione, sono ancora convinto che non sia il momento di acquistare obbligazioni. Quello che segue quindi è un’analisi a me cara per il futuro quando mi deciderò a mettere in portafoglio i tanto amati bonds (traduzione inglese di obbligazioni). Perché prima o poi succederà. 🙂

La lista dei tipi di obbligazioni finanziarie

È complesso dare una classificazione coerente delle varie tipologie di obbligazioni finanziarie. Esse si intrecciano dando vita a complessi mix di condizioni direttamente collegate al rischio che l’investitore si assume in fase d’acquisto. Nemmeno la Consob ci viene in aiuto.

Al fine quindi di valutare se il rischio è sostenibile per il proprio profilo di investimento è necessario conoscere le principali categorizzazioni. Questo ti permetterà di capire a grandi linee a cosa andrai incontro nell’acquisto di un determinato titolo.

Tieni comunque a mente una cosa. Anche nelle obbligazioni è possibile perdere tutto il capitale, come dimostrano i recenti fatti di cronaca in Italia (vedi Banca Etruria).

Obbligazioni a Tasso Fisso

Il nome dice tutto. Si tratta di titoli che corrispondono un rendimento fisso fino a scadenza. Tu compri l’obbligazione, ti viene pagata la cedola, appunto, fissa e a scadenza ti viene reso il capitale.

È possibile tuttavia emettere titoli a tasso fisso ma che cresce (bond step up) o decresce (bond step down). In questo caso acquisti l’obbligazione e, ad esempio, per i primi 5 anni la cedola è al 3% mentre per i secondi 5 anni è al 6% (sarebbe uno step up).

Un classico esempio di obbligazioni a tasso fisso sono i Buoni del Tesoro Poliennali (BTP). Ad esempio il BTP-01GN25 1.50 è a tasso fisso perché paga cedole semestrali ad un tasso fisso annuo dell’1,50% fino a gennaio 2025.

Le obbligazioni a tasso fisso sono un investimento da fare quando in conto corrente / conto deposito si ha liquidità necessaria a far fronte ai principali imprevisti della vita. A quel punto, volendo prendersi qualche rischio in più, si può investire in un’obbligazione a tasso fisso come i titoli di stato o le obbligazioni corporate investiment grade. Fai bene i conti! Tra spesa iniziale, valore nominale rimborsato e cedole il gioco deve valere la candela. Il rendimento netto deve essere maggiore di quello di un conto deposito vincolato altrimenti ti prendi più rischi per ottenere rendimenti uguali o minori.

Obbligazioni a Tasso Variabile

Anche in questo caso il nome è significativo. Le obbligazioni a tasso variabile hanno una cedola che varia in base ad un parametro di riferimento come ad esempio un indice. Quindi, se compri un obbligazione di questo tipo, avrai un rendimento che varierà in base al parametro oltre al capitale che ti sarà restituito a scadenza.

L’esempio più semplice da citare in questo caso sono i Certificati di Credito del Tesoro (CCT). Si tratta di obbligazioni di stato con una durata di 7 anni. La cedola che pagano è lo 0,15% del valore nominale maggiorato del tasso di rendimento degli ultimi BOT semestrali emessi.

Quando conviene comprare questi tipi di obbligazioni finanziarie? Quando il parametro di riferimento è ai minimi e sta per crescere. Nel caso dei CCT un buon momento potrebbe essere verso la fine del Quantitative Easing.

Obbligazioni Zero Coupon

Gli zero coupon bonds sono obbligazioni che non hanno cedola. Non avrai un rendimento periodico comprando queste obbligazioni. Il guadagno sta nella differenza tra prezzo d’acquisto e valore di rimborso. Per questo tali obbligazioni vengono vendute sotto la pari ovvero ad un prezzo minore del loro valore.

Ad esempio, l’obbligazione Dexia C-Ot20 Ser.Ord.2 Zero Coupon 4,25% è un bond di questo tipo come recita il nominativo. Questa obbligazione è stata emessa a un prezzo inferiore a 100 e rimborserà 100 a scadenza (Ottobre 2020). La percentuale che si vede è il rendimento implicito ovvero quanto rende annualmente l’obbligazione in media calcolando la differenza tra il prezzo d’emissione il valore nominale di rimborso.

Gli Zero Coupon hanno un appeal psicologico dato dal basso prezzo. Ma non sono molto convenienti per un piccolo risparmiatore. Di questi tempi, ad esempio, con tassi d’interesse ai minimi, comprare una Zero Coupon a 10 anni è sbagliato. Magari i tassi salgono e tu hai il capitale bloccato con rendimenti più bassi rispetto al mercato. Mentre con tassi in discesa – es. prima del QE – potrebbe essere più conveniente.

Obbligazioni Strutturate

Le strutturate sono titoli complessi. Sono costituiti da una obbligazione ordinaria più un derivato finanziario sottostante (un’azione, un indice, un’opzione). La loro particolarità è che il rendimento dipende anche dal verificarsi delle condizioni contrattuali dettate dal sottostante.

Un paio di esempi per chiarire questa definizione.

  • Obbligazioni Callable. Sono obbligazioni che permettono all’emittente (lo stato, un’azienda, ecc) di rimborsare il capitale anticipatamente alla scadenza concordata. Secondo la mia personale opinione questi titoli sono raramente convenienti per il risparmiatore finale.
  • Obbligazioni Convertibili. Tipi di obbligazioni finanziarie che danno il diritto di convertire l’obbligazione in azione a scadenza. Quindi tu compri un’obbligazione convertibile, riscuoti la tua cedola periodica e a scadenza decidi se riavere indietro i soldi o se preferisci convertire il bond in azioni.

Obbligazioni Subordinate

Tra i tipi di obbligazioni finanziarie, quelle subordinate, sono state le più discusse recentemente. Si tratta di titoli che, in caso di fallimento dell’ente che li emette, hanno priorità nell’essere rimborsati. Questo punto è un qualcosa che hanno in comune con le azioni.

Per intenderci, se una società fallisce i primi a perdere soldi sono gli azionisti. Dopo vengono i possessori di obbligazioni subordinate. È quello che è accaduto ai possessori di questi titoli emessi, ad esempio, da Banca Etruria.

Se sai quello che stai facendo e se conosci bene (e sottolineo bene) la società emittente le obbligazioni subordinate potrebbero avere un senso. È vero, sono titoli rischiosi. Ma offrono anche un rendimento maggiore rispetto a un’obbligazione ordinaria. In un portafoglio molto diversificato sono titoli che possono avere un senso.

Conclusioni

Quello delle obbligazioni è un mondo molto variegato. Per quanto molti professionisti cerchino di venderle come investimenti sicuri o poco rischiosi sono titoli finanziari che vanno saputi maneggiare.

Sia il bond più “semplice” – come un’obbligazione ordinaria a tasso fisso – che uno dei più “complessi” – come una strutturata callable – richiedono studio. Devi sapere quando e perché acquistare. Devi saperne calcolare il prezzo, il rischio e i potenziali guadagni. Devi, insomma, saperti destreggiare tra i vari tipi di obbligazioni finanziarie.

Come detto in apertura dell’articolo io non ho mai operato con le obbligazioni. E per ora non ne ho intenzione.

Credo fermamente che la fine del QE porterà un abbassamento dei prezzi repentino (che in parte sta già avvenendo) e un rialzo dei rendimenti. Questo scenario significherebbe avere il capitale bloccato fino alla scadenza del titolo. Situazione che con gli attuali bassi tassi non è per me conveniente.

Una eccezione potrebbero essere i titoli di stato indicizzati all’inflazione (o un ETF composto da questi titoli). Ma questa è un’altra storia 😉

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