Cultura Finanziaria in Italia: Qualche Dato Interessante

Uno degli argomenti principali di RisparmiAbili è la finanza personale. È facile capire quindi perché un argomento come la cultura finanziaria in Italia possa essere di mio grande interesse. Voglio infatti conoscere quanto ne sanno mediamente di finanza i nostri connazionali. Potenzialmente tutte persone per cui scrivo.

Ecco perché ho deciso di fare e riportare qui una indagine sullo stato della cultura finanziaria in Italia. In sostanza ho deciso di rispondere a 3 domande principali. La prima è quanto ne sanno effettivamente gli italiani di finanza. La seconda è dove investiamo (obbligazioni, azioni, ecc). La terza è che cosa fa lo Stato per aiutarci a gestire in modo sicuro e corretto i nostri risparmi.

Dopo aver risposto a queste domande aggiungerò, come sempre ormai, qualche mia personale riflessione su quanto emerso dall’analisi. E ti anticipo subito che la situazione in Italia non è delle migliori e il mio giudizio finale è molto critico. 😛

Cultura finanziaria in Italia: quanto ne sanno gli italiani?

In primo luogo è necessario definire che cosa intendo per cultura finanziaria in Italia. E a tale scopo mi è stato d’aiuto un documento intitolato Rilevazione sulle iniziative di educazione finanziaria in Italia nel triennio 2012-14.

In questo documento è presente una citazione dell’OCSE che definisce la cultura finanziaria come

le abilità e la fiducia nei propri mezzi necessarie ad acquisire maggiore consapevolezza delle opportunità e dei rischi finanziari, a fare scelte informate, a sapere dove rivolgersi per assistenza e a prendere altre iniziative efficaci per migliorare il loro benessere finanziario.

Dati emersi dalla rilevazione

Detto questo rimane da capire quanto gli italiani, rispetto ad altri paesi, siano in possesso delle abilità di cui sopra. E da questo punto di vista il documento ci offre molti dati interessanti che riporto nell’elenco sotto.

  • Il 66% degli italiani oggetto dell’indagine ha saputo leggere correttamente un estratto conto bancario, è stata in grado di calcolare le variazioni del proprio potere d’acquisto ed ha saputo riconoscere diverse tipologie di mutuo.
  • Il 45% ha capito quali sono i vantaggi di diversificare i propri investimenti.
  • Il 33% circa ha saputo identificare le differenze di rischio tra azioni ed obbligazioni.
  • Poco più del 40% degli italiani ha saputo spiegare concetti basilari come inflazione e rapporto tra rischio e rendimento di un investimento.
  • In Italia è poco diffusa la previdenza complementare perché gli italiani ne ignorano i meccanismi di base (es. relazione tra contributi ed andamento dei mercati) e i vantaggi (es. agevolazioni fiscali).

Confronto con altri paesi

Queste percentuali sono positive o negative? Puoi capirlo facendo un semplice confronto con altri paesi. E ancora il documento riporta alcuni dati molto interessanti (vedi anche figura #2 in basso).

Solo il 37% degli italiani adulti sa spiegare almeno tre concetti base di finanza come, ad esempio, inflazione, capitalizzazione composta, tasso di interesse o diversificazione. La media UE è del 52%. Siamo quindi bocciati.

Cultura finanziaria in italia adulti a confronto con il resto del mondo.

I quindicenni italiani sono penultimi nell’indagine OCSE PISA 2012 che valuta le conoscenze finanziarie di base. Anche qui siamo bocciati.

Cultura finanziaria in italia giovanile a confronto con il resto del mondo.

Sulla nostra ignoranza finanziaria rincara la dose il Sole24Ore che riporta come l’Italia occupi il 63° posto nella classifica sulla cultura finanziaria elaborata da S&P Rating Services dietro ai paesi dell’africa nera!

Dove investono gli italiani?

Dimostrato quindi che siamo un popolo con scarsa cultura finanziaria, rispetto ad altri paesi nel mondo, voglio mostrarti dove andiamo a mettere i nostri soldi.

Secondo lo studio Global Investment Survey 2016 il portafoglio degli italiani è composto per il 27% da obbligazioni, per il 23% da liquidità, per il 19% da azioni, per il 16% da immobili e, infine, 5% da oro/metalli preziosi e 10% da altri investimenti. Siamo il paese con la più alta quota di obbligazioni in portafoglio e lo studio ci definisce La Patria dei Bond.

Come investono gli italiani

Gli autori dello studio affermano che in un contesto di forte volatilità delle obbligazioni, come quello attuale, gli italiani avranno più bisogno di consulenti che sappiano guidarli nella scelta delle obbligazioni.

Altro dato. Siamo il paese che investe di più all’estero. Il 30% del portafoglio medio degli italiani riguarda titoli oltre confine. Globalmente la media è del 16%.

Infine, dato interessante, il 35% degli “older italians” si sente tranquillo ad investire con i RoboAdivsor.

Che cosa fa lo Stato?

Ok, hai capito che la cultura finanziaria in Italia è a un livello inferiore rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea e a molti altri paesi del mondo. La domanda sorge quindi spontanea. Lo Stato sta facendo qualcosa per colmare questo gap? E se si, che cosa?

Una delle prime iniziative in cui mi sono imbattuto riguarda la scuola. Nell’anno scolastico 2008-2009 è partito un progetto pilota chiamato Educazione Finanziaria nelle scuole in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e Banca d’Italia. Nell’anno scolastico 2014-2015 sono stati coinvolti 60.000 studenti. Tra gli argomenti trattati: moneta, strumenti di pagamento alternativi ai contanti, inflazione e sistema finanziario.

Impossibile dare un giudizio oggettivo dell’iniziativa i cui risultati saranno visibili solo dopo anni dalla formazione degli studenti.

Altra iniziativa – se così la si può chiamare – è fresca del 2017. Pare che lo Stato con il decreto Salva Risparmio abbia deciso di destinare la cifra simbolica di 1 milione di euro a una

[…] strategia nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale attraverso l’istruzione di un apposito comitato.

Ancora non è chiaro come sarà impiegato il budget ne che tipo di iniziative siano previste per la causa dell’educazione finanziaria. Le polemiche, soprattutto sui social networks, non sono mancate sia per la cifra in ballo sia per la mancanza di chiarezza circa gli obiettivi. Il fine dichiarato è un generico:

Innalzare il basso livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani, significativamente inferiore a quello degli altri paesi industrializzati.

Conclusioni

Ti ho riportato dati più o meno oggettivi cercando di limitare al minimo il mio giudizio. In questo paragrafo conclusivo invece voglio dirti come la penso sulla scarsa cultura finanziaria in Italia. Vado senza giri di parole. 😉

  1. Il governo pare non avere molto a cuore l’educazione finanziaria. I budget impiegati sono totalmente inutili anche se i dati parlano chiaro. Credo che si dovrebbe imporre per tutta la scuola dell’obbligo l’educazione finanziaria come materia scolastica. Solo in questo modo potremmo evitare che i piccoli risparmiatori si facciano fregare da banche, pubblicità di trading e altre diavolerie del genere.
  2. Quanto appena citato (fregature & pubblicità) esiste perché siamo ignoranti. E sebbene lo stato possa incentivarci ed aiutarci sta anche a noi persone comuni imparare a tutelare i propri interessi. Troppo spesso infatti sento persone lamentarsi. Del tipo “non ho un soldo in tasca” ma poi tira fuori un iPhone. Oppure “ho chiesto consiglio a mio padre su quale banca aprire il conto”. Magari non è il tuo caso – stai leggendo RisparmiAbili 🙂 – ma le persone dovrebbero iniziare a vivere il denaro in modo diverso.
  3. Siamo la patria dei titoli di stato e dei bond bancari perché, da ignoranti, ci facciamo abbindolare dalla banca di fiducia a mettere i soldi su un qualcosa che non capiamo. Non sappiamo cos’è la previdenza integrativa perché paghiamo l’INPS e la pensione è un qualcosa a cui “pensa lo Stato”. Ma il mondo sta cambiando. E i soldi sono i nostri.

Devi essere curioso di sapere dove vanno i tuoi soldi, fino al singolo centesimo. Devi capire quali sono i rischi connessi al denaro. Sia che tu voglia tenerlo in banca sia che tu voglia impiegarlo per comprare diamanti. Studia e usa la tua testa. Se non capisci cosa ti propongono chiedi spiegazioni o non fare niente. Fatti furbo! 😉

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